1000 ritratti un unico sguardo

Fotografia di beauty

Parliamo di fotografia di ritratto. E solo per dire che trovo curioso che ci siano ritrattisti che ritraggono solo bambini e non anche gli adulti. L’approccio che per ovvi motivi è diverso, sì, ma non lo è sempre, in ogni caso? Tizio e Caio avranno un aspetto differente, come differente sarà il profilo psicologico e i motivi per cui si sono rivolti ad un fotografo.
Tirando le somme ogni ritratto è un caso a sé. Questo è il lato più intricante di chi fotografa persone. Però, navigando sulla rete, i ritratti si somigliano tutti, sembrano quasi usciti da una catena di montaggio, pensati e realizzati secondo cliché standardizzati. In modo particolare quando si tratta di fotografia per privati. Che sia colpa dei famigerati algoritmi su cui si basa tutto il marketing del presente o dell’incapacità dei fotografi, francamente, non saprei dirlo. Però dispiace che un genere così importante che s’intreccia con la storia della fotografia abbia raggiunto un livello così basso e scadente.
Non dico che tutti i fotografi dovrebbero essere all’altezza di Nadar o di Avedon, per buttar lì un paio di nomi, ma almeno avere la giusta attenzione. Quel minimo di basi tecniche che in questo genere non sono solo saper inquadrare, illuminare ed esporre. Perché a voler tirare le somme la cosa più difficile e allo stesso tempo più importante è saper guidare chi posa. Per assumere la corretta postura del corpo, capire come mettere le mani, dove puntare lo sguardo e, contemporaneamente. Un ritrattista deve saper cogliere il miglior profilo, il punto di fotogenia più adatto, punto. Sfondo, effetti, ritocchi e manipolazioni varie vengono poi, possono aggiungere un tocco in più all’immagine e non servire acamuffare una foto poco riuscita. E a conti fatti non conta che si tratti di una giovane coppia, di un professionista o di una madre che vuol ritrarre il figlioletto.

Ritratto di bambino che si ciuccia il pollice