Sergio Marcelli nasce ad Ancona dove risiede.
Nella prima metà degli anni Novanta, terminati gli studi di Visual Design, si avvicina alla fotografia. È interessato a sperimentare i procedimenti di camera oscura, l’uso combinato delle luci soprattutto per il ritratto e lo still life.
Con una vecchia cinepresa super 8 sperimenta le tecniche di ripresa. Si tratta di un formato di pellicola obsoleto quasi caduto in disuso che però nel tempo verrà riscoperto per la sua resa unica. Nasce così una nuova passione che lo porta a lavorare come fotografo di scena per il cinema.
Realizza inoltre servizi fotografici per architetti, di tanto in tanto partecipa a qualche mostra e collabora con qualche agenzia di comunicazine della regione. Notato dal Poliarte, oggi un’affermata Accademia di Design, viene ingaggiato come docente di fotografia – vi resterà per vent’anni.
Sergio Marcelli nasce ad Ancona dove risiede.
Nella prima metà degli anni Novanta, terminati gli studi di Visual Design, si avvicina alla fotografia. È interessato a sperimentare i procedimenti di camera oscura, l’uso combinato delle luci soprattutto per il ritratto e lo still life.
Con una vecchia cinepresa super 8 sperimenta le tecniche di ripresa. Si tratta di un formato di pellicola obsoleto quasi caduto in disuso che però nel tempo verrà riscoperto per la sua resa unica. Nasce così una nuova passione che lo porta a lavorare come fotografo di scena per il cinema.
Realizza inoltre servizi fotografici per architetti, di tanto in tanto partecipa a qualche mostra e collabora con qualche agenzia di comunicazine della regione. Notato dal Poliarte, oggi un’affermata Accademia di Design, viene ingaggiato come docente di fotografia – vi resterà per vent’anni.
Sempre alla ricerca di nuovi stimoli, Sergio si trasferisce a Berlino pur mantenendo contatto con l’Italia. Gira il suo primo cortometraggio che presenta in Grecia. Affascinato dalla subcultura berlinese, in un’epoca in cui la città è in continuo fermento, matura l’interesse per l’arte. Così, al suo rientro in patria, decide di invitare artisti di tutta Europa per dar vita ad un progetto d’arte site specific con mostre, performance e installazioni.
Successivamente a Castelplanio – a partire dalla Collezione di Livio Zitelli – cura una mostra di cinema inaugurata da Maria Grazia Cucinotta.
In una cava dell’appennino marchigiano, Sergio Marcelli realizza la prima installazione: “Galleria Cubo”. Costruisce un edificio che funge da galleria d’arte e che per l’inaugurazione viene fatto esplodere con le opere al suo interno.
Sempre alla ricerca di nuovi stimoli, Sergio si trasferisce a Berlino pur mantenendo contatto con l’Italia. Gira il suo primo cortometraggio che presenta in Grecia.
Affascinato dalla subcultura berlinese, in un’epoca in cui la città è in continuo fermento, matura l’interesse per l’arte. Così, al suo rientro in patria, decide di invitare artisti di tutta Europa per dar vita ad un progetto d’arte site specific con mostre, performance e installazioni.
Successivamente a Castelplanio – a partire dalla Collezione di Livio Zitelli – cura una mostra di cinema inaugurata da Maria Grazia Cucinotta.
In una cava dell’appennino marchigiano, Sergio Marcelli realizza la prima installazione: “Galleria Cubo”. Costruisce un edificio che funge da galleria d’arte e che per l’inaugurazione viene fatto esplodere con le opere al suo interno.
Dai luce
alle idee
Dai luce
alle idee
Nel frattempo Sergio studia una tecnica d’illuminazione sperimentale che gli permette di ottenere ritratti evanescenti con mezzi minimi. Ne esce così una serie di opere fotografiche e video che espone in Italia, in Germania, in Svizzera e in Spagna partecipando a mostre collettive, personali e festival, anche attraverso collaborazioni con amici artisti.
Si tratta di un lavoro di ricerca che comunque trova applicazione anche nella sfera commerciale, in modo particolare nella moda dove la visione creativa è fondamentale.
Nel frattempo Sergio studia una tecnica d’illuminazione sperimentale che gli permette di ottenere ritratti evanescenti con mezzi minimi. Ne esce così una serie di opere fotografiche e video che espone in Italia, in Germania, in Svizzera e in Spagna partecipando a mostre collettive, personali e festival, anche attraverso collaborazioni con amici artisti.
Si tratta di un lavoro di ricerca che comunque trova applicazione anche nella sfera commerciale, in modo particolare nella moda dove la visione creativa è fondamentale.
Un nuovo capitolo si apre sul finire del 2015 quando Sergio Marcelli stringe un contratto con Hoepli editore per la pubblicazione del “Trattato fondamentale di fotografia”.
Il libro – primo in Italia – analizza la fotografia in modo unitario tracciando un parallelo tra analogico e digitale.
Per la natura dell’argomento i testi sono accompagnati da illustrazioni originali realizzate da Sergio stesso che cura anche la veste grafica e l’impaginazione. Si riaccende così un interesse assopito dagli anni di studio: il design grafico.
Un nuovo capitolo si apre sul finire del 2015 quando Sergio Marcelli stringe un contratto con Hoepli editore per la pubblicazione del “Trattato fondamentale di fotografia”.
Il libro – primo in Italia – analizza la fotografia in modo unitario tracciando un parallelo tra analogico e digitale.
Per la natura dell’argomento i testi sono accompagnati da illustrazioni originali realizzate da Sergio stesso che cura anche la veste grafica e l’impaginazione. Si riaccende così un interesse assopito dagli anni di studio: il design grafico.
Instancabile ricercatore nel 2009 incontra FM Einheit, un musicista noto per suonare strumenti fuori dagli schemi quali molle, lamiere, pietre che percuote con trapani e martelli. L’anno seguente lo invita ad Ancona per un evento culturale che presenta alla Mole Vanvitelliana.
Affascinato dall’aspetto performativo del musicista decide di seguirlo filmandone i concerti. Per più di un decennio ne documenterà le performance, la vita privata, l’attività in studio. Dal materiale raccolto nasce, nel 2024, il documentario “Il martello e la pietra” girato in super 8, 16 millimetri ed in parte in digitale.
Instancabile ricercatore, nel 2009 incontra FM Einheit, un musicista noto per suonare strumenti fuori dagli schemi quali molle, lamiere, pietre che percuote con trapani e martelli. L’anno seguente lo invita ad Ancona per un evento culturale che presenta alla Mole Vanvitelliana.
Affascinato dall’aspetto performativo del musicista decide di seguirlo filmandone i concerti. Per più di un decennio ne documenterà le performance, la vita privata, l’attività in studio. Dal materiale raccolto nasce, nel 2024, il documentario “Il martello e la pietra” girato in super 8, 16 millimetri ed in parte in digitale.
A ridosso della pandemia, Sergio realizza un progetto fotografico di indagine sociale composto da ritratti e interviste di gente comune, fermata per strada. Il progetto riceve la menzione d’onore del Monovisions Photography Awards e viene presentato in mostra a Parigi nel novembre del 2023 come primo premio per la Biennale di fotografia di Senigallia.
All’attività di ricerca, Sergio Marcelli affianca quella di marketing e comunicazione per alcune aziende, inoltre si occupa della direzione artistica per eventi culturali e aziendali.
A ridosso della pandemia, Sergio realizza un progetto fotografico di indagine sociale composto da ritratti e interviste di gente comune, fermata per strada. Il progetto riceve la menzione d’onore del Monovisions Photography Awards e viene presentato in mostra a Parigi nel novembre del 2023 come primo premio per la Biennale di fotografia di Senigallia.
All’attività di ricerca, Sergio Marcelli affianca quella di marketing e comunicazione per alcune aziende, inoltre si occupa della direzione artistica per eventi culturali e aziendali.