Sergio Marcelli
La visione artistica
“L’idea che sta all’origine del mio lavoro ha sempre una natura visionaria. Credo che l’amore per la fotografia derivi appunto dalla sua essenza illusoria. Essa, paradossalmente, ci mostra sempre un mondo verosimile. Ma si tratta comunque di un mondo virtuale, allegorico, più simile al mito della caverna di Platone che non alla realtà oggettiva dei fatti.”
Sergio Marcelli
Sergio Marcelli
La visione artistica
“L’idea che sta all’origine del mio lavoro ha sempre una natura visionaria. Credo che l’amore per la fotografia derivi appunto dalla sua essenza illusoria. Essa, paradossalmente, ci mostra sempre un mondo verosimile. Ma si tratta comunque di un mondo virtuale, allegorico, più simile al mito della caverna di Platone che non alla realtà oggettiva dei fatti.”
Sergio Marcelli
La visone artistica è per Sergio una specie di livello di zero, il punto da cui inizia l’intera ricerca estetica.
Significa sperimentare nuovi linguaggi, sondando percorsi inesplorati per approdare a soluzioni nuove.
Ne è un esempio la mostra “La Maschera“ che inaugura a dicembre del 2024 nella galleria Gisela di Berlino: un confronto tra teatro, con le maschere di Stephanie Geiger, musica, con un’installazione di FM Eihneit e fotografia.
La visone artistica è per Sergio una specie di livello di zero, il punto da cui inizia l’intera ricerca estetica.
Significa sperimentare nuovi linguaggi, sondando percorsi inesplorati per approdare a soluzioni nuove.
Ne è un esempio la mostra “La Maschera“ che inaugura a dicembre del 2024 nella galleria Gisela di Berlino: un confronto tra teatro, con le maschere di Stephanie Geiger, musica, con un’installazione di FM Eihneit e fotografia.
O come “Les Italiens”, un progetto fotografico che nasce come omaggio al primo fotolibro edito in Italia – “Un Paese” – per il settantennale della pubblicazione.
Nato come documentazione rivolta a fotografare la società italiana del presente, il progetto ha vinto il premio internazionale di fotografia “La Muta” di Senigallia, ha ricevuto la Honorable Mention in People Category per la quinta edizione del “Monovisions Photography Awards”, inoltre una selezione degli scatti è stata pubblicata nel numero 1934 di “Marika Magazine “.
O come “Les Italiens”, un progetto fotografico che nasce come omaggio al primo fotolibro edito in Italia – “Un Paese” – per il settantennale della pubblicazione.
Nato come documentazione rivolta a fotografare la società italiana del presente, il progetto ha vinto il premio internazionale di fotografia “La Muta” di Senigallia, ha ricevuto la Honorable Mention in People Category per la quinta edizione del “Monovisions Photography Awards”, inoltre una selezione degli scatti è stata pubblicata nel numero 1934 di “Marika Magazine “.
Fil rouge dell’opera di Sergio è la visione soggettiva, un modo di pensare la fotografia che non ha per interesse la rappresentazione oggettiva del mondo.
In un’intervista pubblicata nella prefazione del catalogo curato da Gabriele Perretta per la mostra “Aliquid”, inaugurata nel 2017 nella galleria Gino Monti di Ancona, afferma:
“Non sono affatto interessato alla rappresentazione della natura. Trovo invece stimoli nella figura umana che diviene così l’oggetto della mia ricerca anche quando non compare esplicitamente. Ho poi un rispetto profondo della tecnica. La composizione del quadro tende sempre a rispettare i canoni estetici dell’arte figurativa, spesso anche attraverso l’uso della metafora.”
Fil rouge dell’opera di Sergio è la visione soggettiva, un modo di pensare la fotografia che non ha per interesse la rappresentazione oggettiva del mondo.
In un’intervista pubblicata nella prefazione del catalogo curato da Gabriele Perretta per la mostra “Aliquid”, inaugurata nel 2017 nella galleria Gino Monti di Ancona, afferma:
“Non sono affatto interessato alla rappresentazione della natura. Trovo invece stimoli nella figura umana che diviene così l’oggetto della mia ricerca anche quando non compare esplicitamente. Ho poi un rispetto profondo della tecnica. La composizione del quadro tende sempre a rispettare i canoni estetici dell’arte figurativa, spesso anche attraverso l’uso della metafora.”
“Evanescenza è la parola d’ordine, ricercata, filmicamente o fotograficamente, nella fibrillazione, in bianco e nero, delle ghiandole espressive (a volte il colore avanza, ma il “barocco” lo annulla subito).”
Scrive Gian Ruggero Manzoni per il catalogo di “Klang!” – un evento ideato e da Sergio Marcelli e presentato nel 2010 alla Mole Vanvitelliana di Ancona.
La tecnica per Sergio è solo un mezzo che gli permette di dare forma alle idee, ed in questo senso la sperimentazione segna un passaggio fondamentale.
Che si tratti di smontare un apparecchio fotografico, magari sostituendo l’obiettivo con delle lenti “primitive” oppure saggiare nuove possibilità in camera oscura, o ancora procedimenti ibridi a cavallo tra digitale e analogico, il fine è sempre lo stesso: piegare la tecnica per assecondarla al proprio scopo.
“Evanescenza è la parola d’ordine, ricercata, filmicamente o fotograficamente, nella fibrillazione, in bianco e nero, delle ghiandole espressive (a volte il colore avanza, ma il “barocco” lo annulla subito).”
Scrive Gian Ruggero Manzoni per il catalogo di “Klang!” – un evento ideato e da Sergio Marcelli e presentato nel 2010 alla Mole Vanvitelliana di Ancona.
La tecnica per Sergio è solo un mezzo che gli permette di dare forma alle idee, ed in questo senso la sperimentazione segna un passaggio fondamentale.
Che si tratti di smontare un apparecchio fotografico, magari sostituendo l’obiettivo con delle lenti “primitive” oppure saggiare nuove possibilità in camera oscura, o ancora procedimenti ibridi a cavallo tra digitale e analogico, il fine è sempre lo stesso: piegare la tecnica per assecondarla al proprio scopo.
Una nuova fase di ricerca si avvia con la scoperta del chimigramma: una curiosa tecnica che consiste nel dipingere sulla carta fotografica utilizzando sviluppi e agenti chimici e che permette a Sergio di riavvicinarsi all’antica passione per la pittura e per il disegno.
Una nuova fase di ricerca si avvia con la scoperta del chimigramma: una curiosa tecnica che consiste nel dipingere sulla carta fotografica utilizzando sviluppi e agenti chimici e che permette a Sergio di riavvicinarsi all’antica passione per la pittura e per il disegno.
All’arte figurativa vi torna con prepotenza nel 2019, in concomitanza con le celebrazioni per il cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci che anticipavano di un anno quelle di un altro enorme artista suo contemporaneo: Raffaello Sanzio.
Nasce così una serie di disegni ispirati alla storia dell’arte: un viaggio onirico che Sergio ha voluto interpretare con le tecniche che più ama.
All’arte figurativa vi torna con prepotenza nel 2019, in concomitanza con le celebrazioni per il cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci che anticipavano di un anno quelle di un altro enorme artista suo contemporaneo: Raffaello Sanzio.
Nasce così una serie di disegni ispirati alla storia dell’arte: un viaggio onirico che Sergio ha voluto interpretare con le tecniche che più ama.
Da questo nuovo filone di ricerca seguirà la pubblicazione di un volume mentre alcune opere saranno presentate nella mostra “Io e Me – autoritratti nel periodo del lockdown” inaugurata a Roma nel Centro Internazionale d’Arte Contemporanea “Sala uno” nel mese di dicembre del 2022.
Da questo nuovo filone di ricerca seguirà la pubblicazione di un volume mentre alcune opere saranno presentate nella mostra “Io e Me – autoritratti nel periodo del lockdown” inaugurata a Roma nel Centro Internazionale d’Arte Contemporanea “Sala uno” nel mese di dicembre del 2022.